Sean McAllister è ingiustamente sconosciuto in Francia mentre la sua filmografia è ampiamente riconosciuta nel resto del mondo. I suoi primi film, "Working for the Enemy" (1997) e "Minders" (1998), sono stati entrambi nominati per un premio della Royal Television Society, ed è stato vincitore del Sundance con "The Liberace of Baghdad" e di Sheffield con "A Syrian Love Story". Sean McAllister è riuscito a imporre il suo stile politicamente impegnato (a sinistra) sulla BBC e Channel 4 in Inghilterra, con scene emotive che sfidano tranquillamente il canone del Brodcast. Un tour de force che si spiega con la sua scelta di andare sul terreno dei giornalisti come la guerra, ma invece di essere il reporter si concentra sul romanticismo delle vite, come quelle del pianista nell'hotel di Baghdad o la coppia in "A Syrian Love Story". Filma le storie personali passo dopo passo in tempo di guerra con un'empatia che non è pathos, il che è abbastanza straordinario, soprattutto perché quello che stiamo vedendo sta accadendo. Più in generale, i suoi film ritraggono, con l'intimità e il candore che lo caratterizzano, persone in tutto il mondo che lottano per sopravvivere, coinvolte in conflitti politici e personali, cercando di dare un senso al mondo in cui vivono.
Sean McAllister è ingiustamente m
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